Domenica 26 maggio 1940 - Roma, stadio del P.N.F. - Lazio-Roma 1-0

Da LazioWiki.

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26 maggio 1940 - 614 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1939/40 - XXIX giornata

LAZIO: Giovannini, Ferrarese, Monza (II), Milano, Ramella, Ferri, Vettraino, Dagianti, Barrera, Flamini, D'Orazi. All. Kertesz.

ROMA: Masetti, Acerbi, Gadaldi, Serantoni, Donati, Bonomi, Amadei, Pantò, Provvidente, Coscia, Alghisi.

Arbitro: sig. Soliani di Genova.

Marcatori: 12' Flamini.

Note: tempo bello, terreno buono. Al 73' Giovannini ha parato un calcio di rigore battuto da Pantò. Al 74' espulsi Bonomi e D'Orazi per reciproche scorrettezze.

Spettatori: 10.000.

Biglietti in vendita
Da Il Littoriale
Immagini della gara
Da "La Gazzetta dello Sport": La cronaca
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Il portiere Giovannini festeggiato dopo il rigore parato

Il Littoriale titola: “La LAZIO gioca con decisa volontà e batte di stretta misura (1-0) la ROMA dalla sterile manovra – I giallorossi attaccano in prevalenza, prendono un palo e fruiscono di un rigore parato da Giovannini – A Flamini il goal della vittoria – I giovani della schiera azzurra si fanno onore”.

4 ragazzi in gamba. Ci son voluti i quattro moschettieri della squadra riserve per dare alla Lazio quel cuore e quella gagliardia che troppo spesso le sono mancati contro la Roma. L'impeto di Ferri, la bravura-tabù di Giovannini, il “tempo” di Ferrarese, lo scatto di D'Orazi mai come ieri sono apparsi necessari per strappare fuori dal guscio dell’emozione gli altri titolari e per invitarli alla partita dello slancio.

Hanno vinto un po' loro, questi campioncini dell’ultima leva, e gliel'han detto, a partita conclusa, anche I compagni di maggiore esperienza quando si sono serrati intorno a Giovannini, che è stato l'alfiere della giovanile pattuglia, abbracciandolo con commovente entusiasmo.

La manovra sterile. Così, una volta tanto, la situazione si è capovolta e per una Roma che si è intestardita a fare della sterile manovra, proprio come la Lazio di altre occasioni, si è vista una Lazio giocare col cuore in gola, proprio come la Roma delle partite passate. Vedete che, in fondo, stiamo sfiorando il paradosso per cui l'incompletezza della squadra è stata, per la Lazio, una specie di manna celeste, assodato che tanto cuore e tanto slancio sono dipesi dalla sbarazzina decisione dei quattro giovani nel buttarsi in piena mischia.

Come risultato in sé, un pareggio sarebbe stato anche giusto, prima di tutto per la superiorità di pressione esercitata dalla Roma, poi perché la traversa ha respinto un colpo da gol di Provvidente, quindi perché un rigore - calciato piuttosto male - è stato battuto dai giallo-rossi. Ma se la linea generale della partita opta per il pareggio, la linea tecnica tende ad escluderlo, per lo scombinato modo con cui ha manovrato l’attacco della Roma, assolutamente privo di un realizzatore. La Roma ha attaccato in prevalenza, si, ma insisteva in area laziale più per la spinta che, le dava la mediana e per lo schieramento difensivo adottato dalla Lazio, che per forza effettiva di prima linea. La Roma avanzava in sostanza come massa d'urto, come blocco compatto, mai con puntate in profondità o con scatti decisi, che erano. di converso, i fattori di maggiore pericolosità della Lazio.

Per questi due sistemi in contrasto, la partita è trascorsa veloce, complessivamente interessante. E' stata una specie di mistura di tutti i Lazio-Roma del passato, con fasi belle, con azioni cosi cosi, con slancio sempre rabbioso e persino con animosità. Non è mancato, infatti, il piccolo tafferuglio, non è mancato il rigore discusso, con le solite proteste di quelli che lo subiscono, non è mancata la doppia espulsione (D'Orazi di qua, Bonomi di là), e nemmeno è mancato il giochetto riprovevole dei ripicchi.

Gol di Flamini, palo di Provvidente. Già all'inizio, si notava la differenza di stile delle due squadre. La Lazio era spigliata, agile ed aveva una mediana d'ore. che lavorava di slancio bei palloni in profondità. La Roma era compatta, quasi pesante nei movimenti, manovrando per lo più a passaggi stretti ed arche un po' ingarbugliati. Dopo una serie di azioni alterne, nasceva al 14' l'unico gol della giornata, brillante nella concezione. fulmineo nella conclusione. D'Orazi teneva dentro, di testa, un pallone destinato a fallo laterale e passava a Ferri che, con un ottimo allungo, rimetteva di giustezza a Barrera, piazzato entro l'area di rigore. Barrera deviava di testa verso sinistra, proprio nel punto dove Flamini stava irrompendo di corsa. La mezz'ala sinistra raccoglieva al volo e saettava una sventola fortissima nell' angolino destro della rete giallo-rossa. Un gol fatto di prepotenza.

La Roma reagiva e i tiri più pericolosi, per tutto il primo tempo, erano suoi. Al 20' una cannonata di Alghisi sibilava e sfrecciava davanti all'intero specchio della rete. Al 28' una punizione di Piantò dal limite era respinta dalla barriera degli azzurri. Al 36' Coscia si mangiava un'occasione di platino, avanzando, solo, sotto porta, ma buttando malamente sui piedi di Monza con un colpo di lesta. Al 45' infine una laboriosa azione Coscia-Pantò-Amadei-Provvidente era conclusa di resta dal centravanti. Ma pensava la traversa a respingere l'insidia.

In complesso, primo tempo equilibrato. La ripresa assumeva sin dalle prime battute, e accentuava sempre più verso la fine una tinta di supremazia giallo-rossa. C'era la Lazio che tendeva a chiudersi in difesa, aiutando così la Roma ad organizzare l'assedio in piena regola e a martellare con impeto sulla sua difesa, peraltro sempre pronta a controllare con decisione quasi tutti gli attacchi.

Il rigore bloccato. Al 5' si aveva la prima parata in grande stile di Giovannini (una deviata su tiro di Serantoni). Poi, e al 12', ombre cinesi per la difesa giallorossa, su due puntate isolate. Prima era D'Orazi che, sfuggito ad Acerbi, tirava malamente a lato una palla da gol, poi era Barrera che, sotto porta, si esibiva in una rovesciata troppo alta, a rete incustodita.

Verso il 20' la partita si riscaldava. Falli numerosi, con notevole lavoro di fischietto da parte del bravo Soliani. Al 22' un colpo di testa di Provvidente era parato; subito dopo una sventola di Barrera andava a lato. Il disperato assedio all'area di Giovannini continuava poi senza soste e verso il 25' si aveva una teoria di azioni manovrate della Roma veramente belle, veloci, ma sempre sciupate, in ultima analisi, per mancanza di decisione nel tiro a rete. Al 28' Ferri, in area di rigore, toccava involontariamente un pallone piuttosto innocuo. Sfortuna per lui, ma rigore ineccepibile. La decisione arbitrale scatenava un mezzo putiferio nelle file della Lazio, sì che tutti i giocatori si sentivano in dovere d serrarsi intorno all'arbitro per protestare. Episodio brutto, aggravato da un piccolo tafferuglio fra D'Orazi e Bonomi. che giustamente venivano inviati agli spogliatoi.

Dopo tre minuti, la partita poteva riprendere col rigore. Tirava Pantò. Un colpo mediocre, diretto verso il centro della porta. Giovannini scattava come una belvetta, acciuffava la palla, che tendeva a scivolare verso l'alto, e la riprendeva, infine con parata magistrale.

Giovannini e C. Dopo questo fatto, la Roma acuiva la sua iniziativa, costringendo la Lazio ad una difesa col cuore in gola. Degli azzurri, i soli Vettraino e Barrera (il primo spostato a sinistra e il secondo spostato a destra) erano lasciati all'attacco. riuscendo ogni tanto a dare fastidi ai terzini giallorossi con puntate offensive. La Roma intanto premeva sempre più nell'area laziale, coi mediani in mischia a lato degli attaccanti, coi terzini alle spalle, con Masetti che a tratti si spingeva fino alla metà. campo.

Ma il cuore della Lazio questa volta non veniva meno e i giallorossi non passavano più. Dopo quel che si è detto, resta da aggiungere che la Lazio merita in blocco un elogio schietto. Tutti hanno giocato con generosità eccezionale. Particolarmente in grande stile ha giocato la mediana con Ramella in forma smagliante, con Ferri migliore uomo in campo. con Milano tenace e utilissimo. In difesa, Giovannini ha fatto miracoli di abilità, di tempestività, di sicurezza, giostrando come un veterano della Serie A. Dopo Giubilo ecco un altro campione della feconda schiera laziale. Galloni d'oro, anche qui Ferrarese, calmo e di posizione, ha fatto a sua volta una franca partita, come Monza ricco di slancio come non mai. All’attacco, Barrera è stato il “carro armato” della situazione, buttandosi con inusitata foga in tutte le mischie; Flamini è stato il cervello della linea, riprendendo così la attività con una prova ottima; Dagianti ha sgobbato, e bene, per tutti i novanta minuti, Vettraino e D'Orazi hanno avuto scatto e decisione (fin troppa, D'Orazi…) all’altezza del ruolo.

La Roma. Quanto alla Roma, anche qui il reparto migliore è stato quello mediano (però, più come lavoro di arginamento che di aiuto all’attacco), con Donati lottatore strenuo e intelligente, con Serantoni in palla, con Bonomi coriaceo. In difesa, Masetti ha fatto tutto quello che poteva, mentre Acerbi e Gadaldi hanno fatto chiudere un occhio su qualche intervento troppo precipitoso con una serie di salvataggi sicuri. I guai sono tutti all’attacco. Provvidente è apparso insufficiente, nonostante la notevole volontà, per la indecisione nel tiro e per la ridotta velocità d’azione. Le mezze ali, buone nel lavoro di aiuto alla mediana e di rifornimento del trio di punta, hanno peccato a loro volta di indecisione nei tiri conclusivi. Piuttosto fuori fase Amadei e Alghisi, anche perché ben controllati dai mediani opposti.

In complesso, quattro angoli per la Roma e uno per la lazio. Alla partita hanno assistito Vittorio e Bruno Mussolini, la Eccellenza Riccardi, Ministro degli Scambi e Valute, l’Eccellenza Amicucci, Sottosegretario alle Corporazioni, il vice Segretario del Partito Cerruti.


La Gazzetta dello Sport titola “Finalmente un successo laziale sui romanisti”

La Lazio, scesa in campo con cinque riserve, era data senz'altro per spacciata. Tanto maggior valore, quindi, acquista la sua vittoria, ottenuta con chiara superiorità di stile, anche se l'inesperienza dei giovanissimi sostituti non ha permesso di vedere un'esibizione tecnica perfetta. Ma oggi la Lazio ha sfoggiato le doti che erano state sempre della Roma nei precedenti incontri e cioè il coraggio, la volontà tenace, l'ardente spirito agonistico. Ed è stato proprio su questo terreno che è iniziato il successo, che ha fatto fremere di gioia incontenibile il cuore degli appassionati laziali.

La vittoria è dei giovani. La Lazio ha sentito la partita assai più che non la Roma e a questo fatto insolito ha contribuito non poco proprio la presenza dei giovani, tutti romani, cresciuti con nel sangue il desiderio ardente di battere la Roma che, ai loro occhi, rappresenta il… nemico ereditario. Infatti, sono stati gli uomini di riserva i migliori o almeno i combattivi; sostenuti dall'esperienza e dalla classe dei più anziani, essi hanno portato la squadra alla bella e meritata vittoria.

Assenti Blason, Provera e Giubilo, la Lazio ha affidato la rete a Giovannini, un ma…tto (non leggibile, nota LW) della squadra allievi, il quale se l’è cavata più che egregiamente, sino al punto da parare un calcio di rigore e da meritarsi il trionfo che compagni e pubblico hanno voluto alla fine tributargli. Il terzino Ferrarese ha giocato una partita eccellente per senso del tempo e della posizione, oltreché per la potenza e la precisione del rinvio, mentre il mediano sinistro Ferri è stato caparbio, deciso, instancabile. Nell'attacco Dagianti si è impegnato a fondo e ha anche fatto delle belle cose, mentre D'Orazi è sembrato il più immaturo fra tutti i compagni. Quanto ai titolari diremo che Monza e Ramella sono stati i migliori in difesa, Vettraino all'attacco.

Gioco liscio e una ventata. La Roma, contrariamente alle sue abitudini, ha mancato di vigore combattivo e si è fatta prendere in velocità. Tuttavia, ha avuto almeno due volte l'occasione del pareggio, ma una volta la traversa ha respinto il tiro di Coscia e nell'altra Pantò ha tirato sulle braccia di Giovannini il pallone su calcio di rigore. Si può concludere, quindi, che pur vantando lunghi periodi di pressione (negli ultimi dieci minuti, anche Masetti si era spinto sulla linea di meta campo), la Roma non ha mai meritato di vincere e al massimo poteva ottenere un pareggio. Come insieme la squadra ha giocato senza ordine e chiarezza di Idee e quanto ai giocatori soltanto Donati per il vigore difensivo e per il fiato inesauribile, Serantoni, Bonomi, Acerbi e Gadaldi per i loro tentativi rabbiosi di reazione possono essere citati. La linea di attacco, in blocco e singolarmente, è stata di un'insufficienza o di una povertà di concezione e di realizzazione che non avevamo riscontrato nemmeno nelle peggiori giornate dei giallorossi.

Per tutto il primo tempo e metà della ripresa la partita era filata tranquilla e liscia senza il minimo incidente, ma al 2' del secondo tempo un rigore contro la Lazio sollevava le veementi proteste dei laziali e dava luogo a qualche battibecco e anche a qualche pugilato. Solfati, interveniva deciso, espelleva Bonomi e D'Orazi che erano i più accesi. Poco dopo la calma tornava — anche perché Giovannini partiva il tiro — e si giungeva alla fine senza altri incidenti.

La Lazio segnava il suo goal al 12' del primo tempo. Pallone partito da Ferri, deviato di testa da Dagianti a Barrera, il quale allungava a Flamini che con forte tiro diagonale batteva Masetti.

In tribuna d'onore il ministro Riccardi, Il sottosegretario Amicuoci, il vice-segretario del Partito, Cerruti, Vittorio e Bruno Mussolini.




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