Domenica 24 gennaio 2010 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Chievo 1-1

Da LazioWiki.

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24 gennaio 2010 - 3.365 - Campionato di Serie A 2009/10 - XXI giornata - inizio ore 15.00

LAZIO: Muslera, Diakitè, Stendardo, Siviglia, Kolarov, Firmani, Baronio, Dabo (68' Lichtsteiner), Mauri, Cruz, Zarate. A disposizione: Berni, A.Luciani, S.Inzaghi, Foggia, Makinwa, Rocchi. Allenatore: Ballardini.

CHIEVO: Sorrentino, Sardo, Mandelli, Yepes, Mantovani, Luciano, Rigoni (62' Bentivoglio), Marcolini (83' Ariatti), Pinzi, Pellissier, Granoche (62' Bogdani). A disposizione: Squizzi, Morero, Frey, De Paula. Allenatore: Di Carlo.

Arbitro: Sig. Brighi (Cesena) - Guardalinee Sigg. Masotti e Bernardoni - Quarto Uomo Sig. Velotto.

Marcatori: 18' Stendardo, 77' Pellissier.

Note: pomeriggio nuvoloso, terreno in buone condizioni. Ammoniti Firmani, Mandelli, Luciano, Rigoni, Pinzi, Bentivoglio. Calci d'angolo: 5-3.Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.

Spettatori: 30.000 circa.

La rete di Guglielmo Stendardo
Esultanza biancoceleste (Foto Getty Images)
Contestazione per Davide Ballardini
Mauro Zarate sconsolato
Un momento della gara (Foto Getty Images)

La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio non sa più vincere. Pellissier salva il Chievo. Finisce 1-1 all'Olimpico: i biancocelesti, mai brillanti, passano nel primo tempo con Stendardo ma vengono raggiunti nella ripresa dal cannoniere dei veronesi, che torna al gol dopo quasi 4 mesi. Il pubblico contesta ancora Ballardini e Lotito".

Continua la "rosea": Niente da fare, è una stagione no. La Lazio dopo il tracollo di Bergamo e l'eliminazione in Coppa Italia con la Fiorentina non va oltre l'1-1 all'Olimpico con il Chievo. Classifica e gioco restano preoccupanti. La squadra sembra spenta, involuta e disattenta. E il pubblico contesta ancora una volta Ballardini e Lotito. Piuttosto deludente anche il Chievo, che avrebbe potuto fare qualcosa in più anche se prende il punto che alla vigilia Di Carlo avrebbe sottoscritto. Ballardini punta sul rientrante Cruz accanto a Zarate e sulla difesa a quattro. Rocchi va in panchina e ci resterà per tutta la gara. Chievo in formazione tipo, anche se Abbruscato è indisponibile. La partita offre poco: ritmi bassi e squadre che badano soprattutto a non scoprirsi, mentre gli ultrà della curva Nord entrano, per protesta, solo dopo il primo quarto d'ora. Nulla fa pensare a una svolta, quando al 18' la difesa del Chievo (soprattutto Yepes sul banco degli imputati) si dimentica Stendardo sul corner di Baronio. Per l'ex epurato, solo appena fuori dall'area piccola, è facile segnare il gol del vantaggio. Il gol non cambia molto, il Chievo stenta a proporsi e la Lazio vive solo di qualche isolato spunto. Al 40' Yepes stuzzica Muslera, bravo sul colpo di testa del colombiano. Ma è troppo poco per ristabilire la parità prima dell'intervallo.

I veneti propongono poco anche nei secondi 45'. Di Carlo prova a inserire Bentivoglio e Bogdani. La Lazio mostra qualche sprazzo interessante, ma a cavallo della mezz'ora si concede due disattenzioni difensive che costano caro. Prima Muslera salva in corner su Pellissier, ma proprio sul susseguente corner Sardo prolunga di testa sul secondo palo, dove lo smarcato Pellissier trova un pari piuttosto comodo che lo sblocca da un lungo periodo di astinenza (ultima rete il 27 settembre all'Atalanta). Finisce 1-1: verdetto giusto, soprattutto perché nessuna delle due squadre avrebbe meritato di vincere. Il test con il Bologna (senza Rigoni, Pinzi e Mandelli, squalificati) dirà a Di Carlo se davvero la salvezza potrà arrivare con un certo anticipo. Per i biancocelesti c'è la trasferta contro la disastrata Juve di Ferrara. Per uscire da una situazione critica da lungo tempo e provare a dare un senso a un'annata non sarà certo entusiasmante. Ma nessuno vuole correre il rischio di trasformarla in un incubo.


Il Messaggero così racconta la gara:

Bruciano i seggiolini in curva Nord, ma la multa in arrivo è l'ultimo dei problemi della Lazio. Contro un Chievo non bello, e che però alla fine non ruba nulla, i biancocelesti sprecano una grossa occasione per risalire la china, facendosi annullare nella ripresa (rete di Pellissier al 32') il vantaggio di Stendardo dopo 18 minuti. La classifica resta deficitaria (appena 21 punti, ne mancano 10 rispetto ad un anno fa) e senza le vittorie della Samp a Udine e del Napoli a Livorno sarebbe anche peggiore. La zona pericolosa resta comunque solo ad un punto e la prossima trasferta è sul campo di una Juventus affamata di vittorie. Gli ultrà, come promesso, per contestare la società ed il tecnico Ballardini, entrano dopo un quarto d'ora di partita. E la rete di Stendardo non basta a placare il livore verso il tecnico ed il presidente Claudio Lotito, che ormai coinvolge tutti i settori dello stadio. Incomprensibili restano poi certe scelte di Ballardini, come lasciare fuori Rocchi e Lichtsteiner. O chiudere l'incontro con una sola sostituzione (a metà della ripresa), dando un segnale di impotenza tattica. Gol a parte, c'è ben poco da salvare in un primo tempo povero di emozioni.

La Lazio parte bene, il Chievo resta timido. Al 18' il gol di Stendardo dimenticato dai difensori veronesi: il difensore sbuca in area, raccoglie il cross di Cruz e segna. La Lazio ha però la colpa di non trovare il colpo del ko. Dopo l'intervallo ci va vicina al 2' con un rovesciata di Mauri ed il bel colpo di testa di Zarate, ma un difensore respinge. Ed il Chievo diventa un po' più aggressivo, pur senza spunti particolari. Al 20' una punizione di Bentivoglio, deviata da Mauri, mette i brividi a Muslera ma esce. I gialloblù hanno però accorciato le distanze dei reparti e nel giro di un minuto (32') prima sfiorano il pari, poi lo trovano. È sempre Pellissier protagonista. Aggancia un lancio e Muslera è bravo a respingergli il tiro. Ma il portiere nulla può sulla deviazione sottoporta, dopo la torre di Sardo da calcio d'angolo. La contestazione dei tifosi, mai placata, riprende fiato e mentre cala la sera, fuori dall'Olimpico si rincorrono i cori e le sirene delle forze dell'ordine. A Raisport poi Ballardini ha ribadito che la contestazione dei tifosi della Lazio "non deve essere un alibi. La Lazio deve avere la forza di uscire da questa situazione. È un momento difficile, non pensiamo solo alla prossima partita, quella con la Juve ma a fare i punti per portate la Lazio alla salvezza". E sulle scelte tecniche operate dice: "Oggi non avevamo tante alternative, anche per noi la sesta partita in 18 giorni, giocare così tanto per alcuni è difficile".

Ballardini ha ammesso gli errori: "Certo, sono stati commessi degli errori nella gestione tecnica. Volevamo fare di più nel mercato di agosto, e risolvere prima situazioni complicate di qualche giocatore (Pandev e Ledesma ndr). Ma finito il mercato, non c'era altro da fare. Se mi fossi lamentato, a cosa sarebbe servito? Era evidente che la rosa andava rafforzata. Mi assumo tutte le mia responsabilità e probabilmente mi sono assunto in passato anche quelle che non dovevo prendermi". La priorità ora resta il mercato in entrata. "Ho chiesto dei rinforzi - ha ammesso - Siamo quasi alla fine, è vero, ma questo è un altro discorso. Probabilmente per altre operazioni, diverse da quella di Floccari, è più complesso. Abbiamo già individuato una rosa di nomi, la speranza è che arrivino. Eguren (domani si dovrebbe chiudere l'affare ndr)? Ha le caratteristiche che fanno al caso nostro, ma non è l'unico". Intanto c'è l'ennesima esclusione di Rocchi ad alimentare ulteriori tensioni. "Bisogna smetterla di pensare ai singoli - ha concluso Ballardini - qui vale il bene della squadra. La classifica dice che l'obiettivo è la salvezza".