Domenica 21 settembre 1958 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Sampdoria 1-0

Da LazioWiki.

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21 settembre 1958 - 1.180 - Campionato di Serie A 1958/59 - I giornata

LAZIO: Lovati, Lo Buono, Janich, Carradori, Pinardi, Pozzan, Bizzarri, Tagnin, Tozzi, Fumagalli, Prini. All. Bernardini.

SAMPDORIA: Rosin, Vincenzi, Sarti, Bergamaschi, Bernasconi, Vicini, Bolzoni, Ocwirk, Milani, Recagno, Cucchiaroni. All. Monzeglio.

Arbitro: sig. Angelini (Trieste).

Marcatori: 28' Prini.

Note: giornata calda e bella. Terreno buono. Al 14' Milani si infortuna in uno scontro con Janich. Rientra in campo dopo dieci minuti ma accusa visibilmente un dolore alla testa e praticamente non partecipa più al gioco. Al 38' esce definitivamente dal campo. Calci d'angolo 5 a 4 in favore della Lazio.

Spettatori: 40.000 per 18 milioni di incasso.

l'Unità titola: "Stenta la Lazio a piegare (1-0) la Sampdoria".

L'articolo così prosegue: Come si prevedeva la Sampdoria si è rivelata un osso duro per Tozzi e compagni e così la Lazio ha dovuto accontentarsi di una stentata vittoria di misura che logicamente non ha affatto entusiasmato gli spettatori. Anche perché - diciamolo francamente - il successo è apparso poco meritato: la Sampdoria infatti si è rivelata più battagliera e pericolosa per avere esercitato una netta superiorità territoriale per tutto l'arco della ripresa e per aver messo in mostra i due giocatori più interessanti della partita, vale a dire il funambolico Cucchiaroni, i cui "dribbling" hanno letteralmente entusiasmato il pubblico, e il velocissimo Bolzoni degno emulo in potenza di Hary o Berruti. Di contro la Lazio è apparsa sfuocata, ed anche nel primo tempo, in cui ha premuto di più, non ha dimostrato convincente precisione ed incisività nelle azioni offensive. Nella ripresa poi i bianco azzurri (in maglia rossa per dovere di ospitalità) sono ulteriormente "calati" apparendo in preda ad una strana abulia che sarebbe stata del tutto ingiustificata e fuori luogo se non fosse per la finalissima di Coppa Italia con la Fiorentina dalla quale sono attesi dopodomani. Ed è proprio questa circostanza che ci permette di avanzare una spiegazione logica al comportamento della Lazio. Non è azzardato infatti presumere che Bernardini abbia appositamente ordinato ai suoi ragazzi di risparmiarsi in vista della nuova e più impegnativa fatica di mercoledì: d'altra parte la tattica attuata nella ripresa era giustificata anche dallo svolgimento avuto dalla partita nel primo tempo.

Poiché i bianco azzurri erano ormai in vantaggio, poiché Janich e Lo Buono erano costretti a dannarsi l'anima per tenere a freno Bolzoni e Cucchiaroni, poiché Tozzi e Fumagalli erano stati praticamente neutralizzati dalla guardia strettissima cui erano sottoposti da parte di Vicini e Bergamaschi (mentre Bernasconi era pronto ad intervenire in seconda battuta) la mossa di Bernardini appariva la più indicata. Si potrà obbiettare che chiudersi in difesa con un solo goal all'attivo e tutto un tempo ancora da giocare poteva rivelarsi una grossa imprudenza: ma si può replicare che data la indovinata tattica difensiva di Monzeglio sarebbe stato ben difficile che la Lazio avrebbe potuto segnare ancora, pur se di fosse mantenuta all'attacco. Anzi così facendo avrebbe rischiato di farsi "bucare" in contropiede da uno scatto di Bolzoni o da un "dribbling" di Cucchiaroni. Mentre arretrando i mediani davanti a Lo Buono e Janich, oltre a rafforzare la difesa Fulvio poteva ragionevolmente sperare che Monzeglio avrebbe fatto avanzare i suoi uomini (così è stato) aprendo qualche varco da far sfruttare a Tozzi e Fumagalli (e se così non è stato, la colpa è di un certo annebbiamento di idee del goleador).

In conclusione dunque la partita è stata giocata e decisa a tavolino: ed è naturale che lo spettacolo sia mancato e che gli spettatori pur ben disposti come si erano dimostrati nel primo tempo non abbiano mancato poi nella ripresa si sottolineare con bordate di fischi sempre più nutriti il livello mediocre cui era pervenuto il tono del gioco in generale e le prestazioni dei bianco azzurri in particolare. Ma abbiamo spiegato i motivi della carenza dello spettacolo: e quindi non c'è nemmeno da allarmarsi come molti hanno fatto a fine incontro sulle possibilità della Lazio o sulle condizioni atletiche dei giocatori. Quali siano effettivamente queste possibilità e queste condizioni lo abbiamo visto contro la Juve e torneremo a vederlo sicuramente mercoledì contro la Fiorentina.

Ed ora la cronaca. Si comincia con un tiro di Pozzan da lontano cui risponde una fuga spettacolosa di Bolzoni frenato piuttosto fallosamente da Janich. Intanto Tozzi e Fumagalli sono bloccati completamente da Vicini e Bergamaschi e pertanto sono sempre i blucerchiati ad attaccare sia pure senza fortuna: l'unico frutto della pressione della Samp è un corner al 10' allorché Lovati è costretto a deviare con il dorso della mano sulla traversa un gran tiro di Milani sfuggito a Pinardi. Al 14' si verifica l'infortunio a Milani e tre minuti dopo il primo corner per la Lazio: evidentemente i bianco azzurri vengono favoriti dalla superiorità numerica che si mantiene tale anche quando dopo 10' l'ex triestino rientra in campo ma senza più toccare la palla (sapremo poi che ha riportato un principio di commozione cerebrale). Al 22' il più grosso pericolo per Rosin: scannona Pozzan da lontano, Tozzi si trova sulla traiettoria ed alza leggermente la palla che il portiere blucerchiato gettatosi già a terra respinge alla bene e meglio stendendo un braccio.

La palla torna a Tozzi che si gira al volo e tira ma fuori bersaglio. Sette minuti dopo ecco il goal della Lazio, un goal piuttosto fortunoso per la verità: scambio Prini Tozzi in un'area affollatissima, l'ala tenta di allargare ma Vincenzi intercetta. Però la palla carambola sui piedi del terzino e torna a Prini che con una bella prontezza tira al volo: non è una cannonata ma Rosin che forse è stato sorpreso dalla tempestività del tiro viene inesorabilmente battuto. Ora torna ad attaccare la Sampdoria e coglie due corner consecutivi. Poi Bernasconi frena di petto una fuga di Tozzi lanciato in contropiede da Lo Buono e infine il tempo si chiude con un'uscita temeraria di Lovati su Bolzoni sfuggito a Lo Buono che riteneva di aver messo l'ala in fuori gioco.

Nella ripresa Monzeglio avanza i suoi mediani e Bernardini invece arretra Carradori e Pozzan mentre Tagnin continua a mantenersi sulla linea di centro campo: comunque la prima azione è della Lazio e rappresenta un nuovo grosso pericolo per Rosin. Il portiere blucerchiato esce su Fumagalli lanciato a rete e respinge di pugno il pallone che viene rincorso da Pozzan il quale tira a rete mentre Rosin è ancora a terra: per fortuna in porta è sopraggiunto Sarti che riesce a deviare in corner proprio sulla linea fatale. Poi sono i blucerchiati che prendono decisamente le redini in pugno e che mantengono l'iniziativa sino al fischio finale: al 5' Janich abbatte con una spallata Bolzoni, al 10' uno scambio tra Recagno e Bolzoni si conclude con un gran tiro dell'ala proprio sul palo (ove però era appostato Lovati), al 13' Cucchiaroni dribbla quattro difensori e poi spara altro, al 15' Lovati esce a caccia di farfalle ma il tiro di Recagno a porta vuota finisce nettamente a lato. I bianco azzurri serrano maggiormente le maglie della difesa e il compito per i blucerchiati diviene sempre più difficile: non bastano le prodezze di Cucchiaroni quando la prima linea è priva di un cannoniere. E così si giunge alla fine: prima del fischio di chiusura però un ultimo brivido per i sostenitori laziali. E' Ocwirk che solo davanti a Lovati raccoglie un passaggio di Recagno e gira al volo ma nettamente fuori. Per fortuna dei bianco azzurri. Lo spettacolo è mancato ma sono venuti almeno i due punti: e si sa che chi ben comincia...


In un altro articolo il giornale riporta i commenti del dopo-partita: Un dirigente della Sampdoria (non sappiamo come si chiamasse, ve ne erano tanti) diceva alla fine della partita: "Czeizler ce lo aveva avvertito: attenti alla Lazio; tornerete a casa con due uomini in meno". Czeizler deve avere le virtù di una strega del calcio (e guardatevene bene dall'incontrarlo, amici), perché a conti fatti, la Samp torna a Genova con due uomini in meno. Uno, Milani, (un ragazzone che sembra forte come un torello) sta in ospedale con una commozione cerebrale sospetta; un altro, Recagno, ha piccoli guai alla gamba sinistra (contusione molto forte), e dovrà restare a riposo forse una diecina di giorni buoni buoni. Fuori i rei. Ma chi sono? Parliamo con i laziali. I tranquillissimi e giulivi laziali (sembra abbiano assorbito la distaccata filosofia del loro allenatore), e non ce ne è uno che sia in contraddizione con l'altro, quando dicono che nessuno ha fatto male di proposito a Milani e a Recagno. Pinardi era a due passi dal fattaccio (anzi è sembrato che quando Milani è caduto lui ci avesse messo lo zampino): ma quando assicura, portandosi la mano al petto, che lui Milani non l'ha nemmeno toccato, non si può fare a meno di credergli, tanto lo dice con convinzione compunta. Lovati d'altra parte è fuori causa perché il suo mestiere è quello di uscire incontro ai centrattacchi che vogliono mandare la palla in rete; e Lovati, in effetti, è uscito, lo si è visto rovinare insieme al ragazzo della Samp e semmai c'è da dire che gli è andata bene.

Duri i laziali dunque? I sampdoriani dicono di si. I laziali dicono di no. I laziali, anzi, si lamentano delle durezze altrui. "Se lo prendo quello, sapete cosa gli faccio?", dice iroso e sdegnato Tozzi. E dice quello che gli farebbe, ma qui non si può scrivere tutto quello che i giocatori dicono, specie quando sono arrabbiati. E così si lamenta Bizzarri, e poi anche Fumagalli, e poi ancora Pozzan, che ha una zoppìa lieve. Ma in fondo, i laziali stanno tutti bene. E allora si cercano giudizi sulla partita. Che sono immaginabili. Bizzarri dice che il sole fa male, i riflettori della notturna, invece no. "Ma se è vero come dicono che abbiamo sfatato la tradizione di una Lazio che comincia male anche nel risultato, allora vuol dire che tanto male non è andata". E così dice anche Lovati ridendo e celiando. "Ecco - dice dettando ai cronisti che hanno un taccuino vero nella mano sinistra e la penna biro nella destra: scrivete che la partita la sentivamo troppo; e poi, aggiungete che Milani era veramente una giocatore pericoloso". Specie quando poteva ancora giocare. Volete strappare un giudizio anche a Bernardini ? E' una parola. Bernardini non parla, non dice niente. Dice solo che la partita è stata "mediocre" , che siamo appena alla prima partita di campionato (col sol in testa di un agosto prolungato) e che quindi c'è poco da dire. E vedremo quindi nelle prossime domeniche se Bernardini parlerà sul serio. Intanto, ce ne andiamo avendo nelle orecchie le parole serene di Cucchiaroni, che ringrazia il pubblico per averlo applaudito (dribblate e sarete applauditi, calciatori), che si lamenta dell'arbitraggio debole e che si rammarica di non aver potuto più avere Milani come sfondatore.



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