Domenica 20 dicembre 1953 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Genoa 3-0

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20 dicembre 1953 - Campionato di Serie A 1953/54 - XIII giornata

LAZIO: Sentimenti (IV), Antonazzi, Montanari, Fuin, Sentimenti (V), Bergamo, Puccinelli, Bredesen, Vivolo, Burini, Fontanesi (I). All. Sperone.

GENOA: Franzosi, De Angelis, Becattini, Larsen, Cattani, Corrente, Dal Monte, Pravisano, Seratoni, Bennike, Carapellese. All. Sárosi.

Arbitro: sig. Agnolin G. di Bassano del Grappa.

Marcatori: 43' Bergamo, 49' Bredesen, 58' Fontanesi (I).

Note: un violento nubifragio, durato per tutto il primo tempo, ha allagato il terreno di gioco.

Spettatori: 12.000 circa.

Il gioco è stato condizionato dal terreno pesante che ha costretto i giocatori ad autentiche acrobazie per rimanere in equilibrio. Soprattutto i centrocampisti, nell'impostare le azioni, hanno incontrato le maggiori difficoltà per l'impossibilità di calibrare la forza nei passaggi. Forse ha più sofferto questa situazione proprio il Genoa in quanto sia Larsen che Bennike sono dotati di tecnica sopraffina e quindi a disagio nel controllo e nei lanci. La Lazio è apparsa molto efficace nel gioco sulle ali e carente, limitatamente al 1° tempo, nelle punte offensive: Vivolo è risultato molto statico, Burini svogliato e Bredesen si è incaponito in tentativi personali di scarso successo. Nella ripresa gli attaccanti biancocelesti sono apparsi trasformati e hanno travolto le esili difese liguri. Per venti minuti non si segnalano occasioni da rete e il gioco è impantanato a metà campo. Finalmente al 24' Serantoni, favorito da un pericoloso retropassaggio di Bredesen, si invola con una serie di dribbling che lo portano al cospetto di Sentimenti IV il quale ribatte di corpo dando modo al generoso Montanari di rinviare definitivamente. Ancora Serantoni, quattro minuti dopo, esegue la medesima azione ma questa volta non impegna nemmeno il numero uno biancoceleste perché tira a lato. La Lazio, dopo questo duplice brivido, sembra scuotersi dall'accidia e al 29' Burini di testa impegna duramente Franzosi in una parata a terra. Al 31' una frustata di Fontanesi da fuori area viene spenta da un bell'intervento del valoroso portiere ospite che si ripete su un bel diagonale di Burini. Il goal è nell'aria e al 43' Burini supera con una serpentina Becattini che però lo sgambetta sul limite dell'area. La punizione viene battuta da Bergamo, velenosa la sua prestazione contro l'ex squadra, ma il suo tiro s'infrange sulla barriera e va di nuovo a finirgli sui piedi: tiro al volo immediato e palla in rete. Franzosi al 45' torna protagonista deviando un micidiale tiro in corsa di Fontanesi. Anche nella ripresa la Lazio è padrona del campo e il raddoppio non si fa attendere. Al 49' in seguito a una bella combinazione Puccinelli-Vivolo il pallone perviene a Fontanesi che tira violentemente in porta; Franzosi fa il miracolo e devia in angolo. Il corner viene tirato da Puccinelli e il pallone rimane tra Franzosi e Fontanesi finché scivola tra i piedi di Bredesen che lo spinge in rete. La reazione del Genoa si manifesta con un assolo di Bennike che porge a Carapellese il quale impegna Sentimenti IV con un tiro respinto a mani aperte. La Lazio replica al 56' con uno spettacolare taglio di Vivolo per Bredesen che spara una bordata che De Angelis, posizionato sulla linea di porta, intercetta; irrompe Fontanesi che tira ancora ma Franzosi, volando, respinge. Gli applausi del pubblico premiano sportivamente tutti i protagonisti di questa fase di gioco. Sessanta secondi dopo una vertiginosa triangolazione Fuin-Vivolo-Puccinelli permette a Fontanesi di insaccare con un rasoterra angolatissimo da una decina di metri. Nuova prodezza di Franzosi al 66' che para plasticamente un tiro carico di effetto della scatenata ala sinistra biancoceleste. Il Genoa è generoso nel tentativo di realizzare il goal della bandiera ma neanche il vistoso aiuto dell'arbitro Agnolin, che giudica meritevole della massima punizione un intervento pulito di Montanari su Dalmonte, serve ai rossoblù per ridurre lo svantaggio in quanto Cattani fallisce il rigore. I fischi del pubblico nei confronti del direttore di gara, alla fine dell'incontro, ne hanno sottolineato l'errata decisione.