Domenica 1 aprile 2001 - Milano, stadio Giuseppe Meazza - Milan-Lazio 1-0

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1 aprile 2001 - 2944 - Campionato di Serie A 2000/01 - XXIV giornata

MILAN: Rossi, Helveg, Costacurta, P.Maldini, Coco, Albertini, Kaladze, Shevchenko, Boban (90' Sala), Serginho (79' Giunti), Bierhoff (65' José Mari). A disposizione: Abbiati, Ferri, Leonardo, Comandini. Allenatore: C.Maldini.

LAZIO: Peruzzi, Negro, Nesta, Fernando Couto, Pancaro, Poborsky, D.Baggio, Veron (57' C.Lopez), Simeone (72' Stankovic), Nedved, Crespo (79' Ravanelli). A disposizione: Marchegiani, Mihajlovic, Favalli, Castroman. Allenatore: Zoff.

Arbitro: Sig. Farina (Novi Ligure).

Marcatori: 60' Boban.

Note: ammoniti Costacurta, Simeone. Recuperi: 0' p.t. 5' s.t.

Spettatori: 52.000 circa.


La rete di Boban
Peruzzi è battuto dal colpo di testa di Boban

Non c'è dubbio: è proprio il Milan firmato Cesare Maldini, due partite e due vittorie, ieri sera fischiato per un tempo (il primo), troppo prudente fin quando è stato sullo 0-0, addirittura troppo sbilanciato dopo il vantaggio (due punte, più il trequartista, più Serginho). Eppure premiato con un gol di Boban, di testa: una rarità. Ancor più raro che il croato vada a segno su assist di Kaladze. Non perché il georgiano non li sappia confezionare (l'aveva già fatto), ma perché fino a tre minuti prima del 15', Kaladze era stato adibito alla marcatura a uomo su Veron, sostituito da Zoff con Claudio Lopez. E cosa accade in una squadra che come il Milan gioca a zona, quindi che deve coprire gli spazi, se un centrocampista marca a tutto campo l'avversario come fosse Pessotto su Zidane ai Mondiali francesi?

Accade che uno dei due attaccanti, cioè Andriy Shevchenko, debba scalare a esterno di destra ogni qualvolta il Milan non è in possesso di palla. La conseguenza, per lui, è quella di doversi muovere come un difendente di fascia che non è, né mai ha voluto essere. Non è stato un primo tempo fiacco e sfilacciato solo per colpa della posizione di Shevchenko, né il pubblico fischiava quella per colmo di disappunto. I fischi erano per una squadra che non riusciva a tirare in porta e pochissimo anche verso di essa. La cosa più grave è che in generale i rossoneri non muovevano in direzione dell'attacco, ma in direzione di Sebastiano Rossi, il loro portiere. Ora, di per sé, non c'è nulla di sbagliato nel ricominciare l'azione dal portiere con l'intento di far girare la palla. Diventa però inaccettabile adottarla come unica soluzione di gioco soprattutto se, poi, la si riduce ad uno sterile rilancio consegnato sistematicamente alla difesa avversaria.

Milan-Lazio è stata una brutta partita per un paio di motivi. Uno: per i ritmi sincopati. Due: per i troppi errori nei passaggi. Mentre questi ultimi, anche nella ripresa, hanno continuato ad essere imprecisi, il ritmo ha fatto registrare qualche impennata grazie ad un paio di scorribande di Serginho, a sinistra, e di Shevchenko a destra. La Lazio ha molti torti: non avere forzato nel primo tempo, quando il Milan sembrava narcotizzato; avere fallito con Negro un gol a porta spalancata al 43' della ripresa; essere stata veramente determinata solo nel congestionato forcing finale. La sconfitta, forse, non ci stava. Tuttavia più del pareggio difficilmente sarebbe venuto.

Fonte: Corriere della Sera