Domenica 1 aprile 1979 - Verona, stadio Marc'Antonio Bentegodi - Verona-Lazio 2-0

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1 aprile 1979 - 1997 - Campionato di Serie A 1978/79 - XXIV giornata

VERONA: Superchi, Logozzo, Antoniazzi, Massimelli (74' Franzot), Gentile, Negrisolo, Trevisanello, Mascetti, Musiello, Bergamaschi, D'Ottavio. A disp.: Pozzani, Cinquetti. All. Chiappella.

LAZIO: Cacciatori, Ammoniaci, Pighin, Wilson, Manfredonia, Cordova, Cantarutti, Viola, Giordano, Nicoli, D'Amico. A disp.: Fantini, Agostinelli, Garlaschelli. All. Lovati.

Arbitro: Reggiani (Bologna).

Marcatori: 85' Antoniazzi, 89' Musiello.

Note: pioggia prima della partita poi cielo sereno, campo in discrete condizioni. In tribuna il tecnico federale Sergio Brighenti. Calci d'angolo 8-3 per la Lazio (3-2). Sorteggio antidoping negativo.

Spettatori: 12.000 circa con 3.483 paganti e 6.400 abbonati per un incasso di £. 10.282.200.

Una palla salvata sulla linea dal Verona
Il biglietto della gara (gent.conc. www.primoluglio2004.it)
Da l’Unità: la cronaca della partita
Giordano in azione
Wilson marca Mascetti
Superchi para su tiro di Cantarutti

Clamoroso a Verona: la Lazio è battuta 2-0 e il suo presidente, Lenzini, annuncia multe per tutti e per molti valigie pronte a fine campionato. Il Verona non vinceva da quindici giornate (unico successo contro il Bologna) e non segnava da 987 minuti: giusto il periodo del crollo della squadra fino alla serie B. C'è voluta una Lazio convinta di riuscire a piegare i gialloblù senza fatica per ricreare allo stadio Bentegodi un'atmosfera da partita. Fino al gol del terzino Antoniazzi, infatti, aveva dominato la noia, che aveva coinvolto lo scarso pubblico ancora disposto ad assistere al previsto copione del Verona, che attacca malamente, subisce un gol e poi perde l'incontro.

Era successo già tante altre volte. Anche la Lazio aveva avuto l'occasione di chiudere la partita come preventivato. Ma le cose sono andate diversamente, proprio per la sufficienza con cui la Lazio aveva guardato a questo incontro. Il solo Pighin ha cercato di portare avanti il pallone per i compagni d'attacco, mentre soltanto Cantarutti ha cercato, davanti a Superchi, di superare il suo diretto avversario Gentile e di contribuire alle scarse azioni di attacco dei laziali. Giordano, invece, è stato bloccato da Logozzo.

Si dice che il terzino sia destinato alla Lazio e sicuramente la sua partita è stata l'unica nota positiva per Lenzini in una giornata che gli è stata anche rovinata dalla sonante vittoria della Roma. D'Amico ha tentato all'inizio di servire qualche pallone a Giordano, ma il centravanti ha sprecato le conclusioni e così il rifinitore azzurro ha finito per fare da spettatore insieme con Nicoli e Cordova.

In difesa, poi, la Lazio ha confermato i suoi limiti con Wilson e Manfredonia, in particolare periodo di crisi, tanto che solo Ammoniaci ha dimostrato di essere in giornata e ha impedito praticamente di toccare palla al suo avversario D'Ottavio. La Lazio è riuscita anche a sprecare svariate occasioni: dopo quindici minuti con un tiro ai Giordano; con un colpo di testa di Cantarutti al 48' bloccato da Superchi (dalla tribuna il pallone è apparso dentro, ma nessun giocatore laziale ha protestato); poi con Giordano, intervenuto in ritardo sulla linea di porta e anticipato da Logozzo, e infine, a metà della ripresa, con Nicoli, che ha tirato su Bergamaschi mentre Superchi era fuori dalla porta.

Insomma il Verona, che intanto produceva un inutile gioco d'attacco (tiri fuori di Massimelli e di Mascetti), ha rischiato il k.o; invece, alla fine ha ribaltato il pronostico guadagnando una bella e meritata vittoria. Non è un controsenso questo «meritata», perché la Lazio ha fatto molto poco, e soltanto nel primo tempo, per rialzare il tono della partita e per sfruttare gli errori, a volte clamorosi, che a centrocampo facevano a ripetizione Massimelli e Bergamaschi. La Lazio ha avuto il torto di voler attendere che il Verona si sfogasse, per ottenere poi quella rete che sembrava di facile realizzazione.

Un primo tempo da sonno, quindi, seguito da quaranta minuti della ripresa ancora peggiori. Una partita di una mediocrità assoluta. Per trovare qualcuno che cercasse di onorarla, bisogna volgere lo sguardo a Logozzo e Mascetti (l'anziano giocatore si è tenuto il pallone, alla fine dell'incontro, come ricordo di una vittoria inattesa), ad Antoniazzi (un giovane terzino fluidificante, al suo primo gol in serie A e sempre snobbato da Chiappella) e ad un Musiello caparbio che ha messo in crisi un frastornato Manfredonia. Il Verona si è svegliato dopo la rete di Antoniazzi, realizzata su cross dall'angolo di Trevisanello, con perfetto stacco del terzino, e ha confermato che il suo male cronico stava nella mancanza di gol. Tant'è vero che ha dominato gli ultimi spiccioli della partita, ed anche Musiello è andato a rete su passaggio di Trevisanello. La Lazio ammette le proprie colpe. Il più esplicito è Lovati. Abbiamo giocato - confida alla fine - come spreconi e al rallentatore ed è quindi giusto che ci abbiano puniti, non potevamo fare una figura più brutta, anche se rimane sempre da stabilire se i colpevoli siamo noi o se invece sono maggiori i meriti del Verona. Per i gialloblù, quella presa con la Lazio è soltanto una soddisfazione, una delle poche di questo campionato. Per il futuro si parla di Maroso come allenatore in serie B e già esperto con alle spalle due promozioni. Il presidente Garonzi non ha ancora deciso se rimanere: lo comunicherà in settimana, ma l'orientamento sembra positivo e la vittoria sulla Lazio potrebbe indurlo a cercare altre soddisfazioni in serie B. Garonzi sperava che Chiappella se ne andasse e rinunciasse; invece, l'allenatore ha confermato, dopo la partita, che rimarrà fino alla fine, comunque fino a quando sarà stato scelto il suo successore.

Fonte: La Stampa