Domenica 15 gennaio 1995 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Foggia 7-1

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15 gennaio 1995 - 2635 - Campionato di Serie A 1994/95 - XVI giornata

LAZIO: Marchegiani, Negro, Favalli (29' Nesta), Di Matteo, Cravero, Chamot, Rambaudi (77' Casiraghi), Fuser, Boksic, Winter, Signori. A disp.: Orsi, Bergodi, Venturin. All. Zeman.

FOGGIA: F.Mancini, Padalino, Bucaro, Nicoli, Di Biagio, Caini, Bresciani, Bressan (80' Biagioni), Cappellini (41' Di Bari), De Vincenzo, Mandelli. A disp.: Brunner, Sciacca, Parisi. All. Catuzzi.

Arbitro: Beschin (Legnago).

Marcatori: 48' Boksic, 52' Boksic, 61' Mandelli, 64' Signori, 83' Casiraghi, 85' Signori, 88' Boksic, 90' Fuser.

Note: ammoniti Winter, Boksic, Signori per la Lazio. Espulso al 38' Caini.

Spettatori: 43.000 circa.

Il biglietto della gara
La rete dell'1-0
Una delle reti di Signori
il raddoppio
Signori in azione
La rete del 3-1
La rete del 6-1
Boksic in azione
Dal Corriere dello Sport del 16/1/1995
La cronaca al minuto e la prima rete di Signori da Il Messaggero

Meglio cominciare dal secondo tempo. Anzi dissertare diffusamente sulla pirotecnica ripresa. Non soltanto perché durante questo periodo il risultato ha preso forma e sostanza forse un po' troppo massicce. Ma perché la prima parte è stata tutt'altra cosa: e, quindi, si correrebbe il rischio di pronunciarsi sulle protagoniste e sui protagonisti in maniera contrastante, se non opposta rispetto a quel che di questa sfida resta: vale a dire il fragoroso 7-1, esuberante sigillo apposto dalla Lazio sullo sconcertato Foggia. Un sigillo che, pur non rinnegando meriti e qualità degli ex allievi di Zeman, rilancia gli attuali scolari verso sogni e ambizioni a questo punto tutt'altro che svaniti e infranti, e comunque li catapulta al terzo posto strappato ai romanisti. Dunque, cominciamo dalla ripresa. Anzi, per doverosa esattezza, dal minuto trentottesimo; dal momento in cui il Foggia è stato privato di Caini, difensore eccessivamente solerte e coriaceo, ammonito da Beschin, troppo severo nella circostanza, per aver maltrattato Boksic. E poiché Caini aveva già subito analogo richiamo poco prima, l'espulsione è stata inevitabile. E determinante per prosieguo ed epilogo. Infatti, pur avendo Catuzzi posto immediato e efficace rimedio alla perdita del valido supporto, sacrificando Bresciani per un altro difensore, Di Bari, il Foggia s'è presentato nella ripresa con un atteggiamento più cauto, uno schieramento più raccolto. Errore. Errore comprensibile per via dei ridotti ranghi, ma enorme. Dopo soli due minuti, infatti, un bolide partito dal destro dell'irriducibile Fuser su punizione è sfuggito alla presa di Mancini ed è stato deposto in rete da un pronto intervento di testa del redivivo Boksic, graziato da Beschin che poi ha ignorato la sua spettacolare, e punibile, esultanza sotto la curva. Ma il croato s'è confermato redivivo, cinque minuti dopo, allorché con un altro e meglio assestato colpo di testa ha inferto la seconda mazzata agli impauriti ospiti capitalizzando un'iniziativa di Fuser, inafferrabile sulla fascia destra. Partita sbloccata, finalmente, dopo i patemi, gli errori, le incertezze vissute e sofferte nel deludente primo tempo, sul quale, ribadiamo, è meglio sorvolare. Partita sbloccata anche se, appena appena ha riassestato i ranghi secondo le dottrine del coraggioso Catuzzi, il Foggia ha ripreso a intimorire la fiacca Lazio, punendo l'ennesima disfunzione difensiva allorché Mandelli, al quarto d'ora, ha mortificato l'incolpevole Marchegiani con un tiro imparabile. Ma lo scatenato Fuser, sempre dalla sua nobile posizione, s'è inventato un altro artifizio consentendo a Signori l’opportunità di sentirsi anch'egli redivivo, con un tocchetto facile facile a porta vuota. Il Foggia s'è dovuto arrendere, anzi rassegnare, e la Lazio s'è presa il lusso di dilagare, diciamolo pure onestamente, anche oltre l'immaginazione e il consentito. Così, nel giro degli ultimi sette minuti, Casiraghi ha brindato subito al suo parziale impiego, segnando il quinto gol su invito di Cravero; Signori s'è fatto ancora applaudire deviando in rete un lancio dell'ottimo Negro; Boksic s'è presa la terza soddisfazione sempre aiutato da Fuser; e questi ha chiuso in bellezza facendo tutto da solo. Allora ? La Lazio è tornata improvvisamente grande ? Beh, avendo bonariamente sorvolato sul primo tempo sembrerebbe di sì. Ma come va giudicata una squadra, che dopo aver subito l'iniziativa della più modesta rivale, travolge questa soltanto grazie ad alcune circostanze favorevoli ? Per carità, il successo forse ci sarebbe stato seppur in termini, meriti e proporzioni ridotte. Ma, nonostante il roboante 7-1, dubbi e perplessità sul rendimento della Lazio restano. Chi scrive, per esempio, non si sente di giurare sul recupero di Boksic e Signori. Perché nel primo tempo all'evanescente Lazio son mancati soprattutto loro, i due redivivi. Solita faccia, solito sguardo di ghiaccio. La massima concessione è ammettere che "l'espulsione di Caini ha cambiato la partita e forse anche Boksic andava cacciato dal campo, per doppia ammonizione". Zeman a Foggia ha lasciato il cuore e non lo nasconde, quando parla dei suoi allievi del Foggia: "Li stimo tutti molto, nel primo tempo ci avevano pure messo in difficoltà. Proprio non riesco a capire perché hanno mollato in questa maniera. Da loro non me lo sarei mai aspettato". Invece è successo, ma l'uomo del giorno, Alen Boksic, non ha voglia di raccontare la gioia per un ritorno in campo, festeggiato con la sua prima tripletta in serie A. Beppe Signori invece ha parlato della sua giornata particolare. "In Puglia ho trascorso tre anni splendidi, mi è dispiaciuto un po' che sia finita così. Capisco la loro amarezza, anche io quando giocavo a Foggia assaggiai il sapore di una simile disfatta, un 8-2 contro il Milan che ancora non ho dimenticato. Ma la partita è stata falsata dall'espulsione di Caini, in parità numerica non sarebbe certo finita così".