Domenica 14 giugno 1981 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-L.R.Vicenza 1-1

Da LazioWiki.

Stagione

Turno precedente - Turno successivo

14 giugno 1981 - 37 - Campionato di Serie B 1980/81 - XXXVII^ giornata

LAZIO: Marigo, Pighin, Simoni (63' Chiodi), Perrone, Pochesci, Citterio, Viola, Bigon, Garlaschelli, Mastropasqua, Greco (52' Marronaro). A disp. Nardin, Ghedin, Manzoni. All. Castagner.

L.R.VICENZA: Di Fusco, Bombardi, Bottaro, Sandreani, P.Serena, Erba, Vagheggi, Zucchini, Pagliari (75' C.Perrone), Rosi (70' Briaschi), Mocellin. A disp. Mattiazzo, Dal Prà, Zanini. All. Viciani.

Arbitro: Sig. Lops (Torino).

Marcatori: 55' Vagheggi, 69' Pochesci.

Note: giornata calda e serena, terreno in perfette condizioni. Ammoniti Pagliari e Simoni. Al 90' Chiodi calcia al lato un calcio di rigore. Angoli 9-3 per la Lazio.

Spettatori: 30.000 circa di cui 18.341 paganti.

Il biglietto della partita
Il biglietto della partita
L'esultanza di Pochesci
Garlaschelli al tiro
(Gent.conc. Lorenzo D'Amario)
Il rigore sbagliato da Chiodi
Il rigore sbagliato da Chiodi

Drammatico pareggio fra Lazio e Vicenza all'Olimpico, dove i biancazzurri romani hanno quasi irrimediabilmente compromesso la possibilità di promozione, mentre la squadra di Viciani ha colto un punto della speranza per rimanere in serie B. Ad infondere il «colpo di grazia» alla Lazio, è stato il suo centravanti Chiodi il quale, ad un minuto dalla fine, con le squadre sull'1-1, ha fallito un calcio di rigore concesso con magnanimità dall'arbitro Lops. Era il 42', quando durante uno dei furibondi, quanto confusi attacchi laziali, Mastropasqua veniva atterrato fra una selva di gambe. Più che Lops sembra che sia stato il guardalinee a fare un cenno al direttore di gara che ha puntato il dito sul dischetto. Dagli spalti della curva nord, dove di solito si riunisce il grosso della tifoseria biancazzurra, penetravano in campo centinaia di persone festanti. Si perdeva tempo. I vicentini protestavano vivacemente, mentre Chiodi, incaricato di battere la massima punizione, si vedeva costretto ad aggiustare diverse volte la palla, allontanata dai giocatori ospiti con l'evidente scopo di innervosire l'avversario.

Si giungeva quasi alla fine della gara. Finalmente l'attaccante biancazzurro, in un silenzio carico di tensione, calciava la sfera che colpiva il palo esterno alla destra del portiere Di Fusco e si perdeva sul fondo. L'errore di Chiodi veniva accolto da un boato di rabbia, accentuata dalle notizie che giungevano attraverso la radio, dei successi esterni di Genoa e Cesena. La Lazio può imprecare contro la sorte, ma solo per l'episodio specifico che ha fatto sfumare in extremis un prezioso successo. Infatti, se c'era una squadra che avrebbe meritato l'intera posta, questa era il Vicenza come ha abbondantemente dimostrato nell'arco dell'incontro. I veneti sono andati in vantaggio per primi, hanno colpito due pali, fallendo d'un soffio altre occasioni. E' bastato un vivacissimo Vagheggi, nettamente il migliore in campo, per mettere in crisi la squadra di Castagner, apparsa irriconoscibile sul piano del gioco, ma soprattutto per l'evidente nervosismo con cui ha affrontato la partita. La Lazio, come del resto le imponeva il copione, ha attaccato quasi costantemente ma con una manovra frenetica, priva del più elementare filo logico. Le azioni si sviluppavano occasionalmente poggiando quasi esclusivamente sulla buona volontà di Citterio e in parte di Viola e Garlaschelli.

Il Vicenza si difendeva con affanno, ma quando riusciva a distendersi in avanti, si presentava con limpidi contropiedi che creavano il panico nella difesa avversaria. Si è vista in sostanza la manovra tanto cara a Viciani, della squadra che si chiude a riccio per poi scattare improvvisamente con molti uomini all'offensiva. La tattica è stata perfettamente interpretata da Vagheggi coadiuvato da Mocellin, Rosi, dal centravanti Pagliari che partiva a sorpresa da posizione quasi sempre di centrocampo. Nei primi minuti della ripresa, la Lazio si scuoteva vigorosamente. Bigon sfiorava il bersaglio in un paio di occasioni. Castagner sostituiva l'evanescente Greco con l'attaccante Marronaro. Ma al 55' si abbatteva sui biancazzurri una gelida doccia fredda: in azione di contropiede Rosi tirava, Marigo respingeva a mani aperte, palla a Vagheggi che nonostante la marcatura di due avversari, azzeccava un piccolo capolavoro infilando da posizione difficile, la sfera all'incrocio dei pali. Al 69' riprendevano corpo le speranze biancazzurre con Pochesci che di testa deviava in gol da corta distanza, un calcio di punizione battuto lateralmente da Viola. Si arrivava al «fatidico» 87', che forse ha segnato la fine dei sogni laziali, per una promozione che a metà campionato sembrava un traguardo facilmente raggiungibile.

Fonte: La Stampa