Domenica 11 febbraio 1940 - Genova, stadio Luigi Ferraris - Genova 1893-Lazio 4-0

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11 febbraio 1940 - 602 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1939/40 - XIX giornata

GENOVA 1893: Ceresoli, Marchi, Sardelli, Genta, Villa, Perazzolo, Neri, Arcari (IV), Bertoni (I), Scarabello, Conti.

LAZIO: Blason, Faotto, Monza (II), Milano, Ramella, Baldo, Busani, Pisa (I), Piola, Camolese, Vettraino. All. Kertesz.

Arbitro: sig. Bonivento di Venezia.

Marcatori: 28' pt Arcari (IV) (rig), 30' pt Bertoni (I), 19' st Arcari (IV) (rig), 42' st Scarabello.

Note: giornata primaverile, terreno ottimo. Pisa ha colto una traversa nel primo tempo.

Spettatori: 16.000. Incasso 150.000.

Fasi della partita
L'ingresso in campo delle due squadre
Una foto presa da Il Littoriale
Il titolo de Il Littoriale

Genova, 12 febbraio. Anche se il Genova ha meritato pienamente i due punti in palio, bisogna pur dire che la Lazio non meritava una sconfitta così severa che lascerebbe supporre chissà quale resa a discrezione degli azzurri, mentre l'incontro e stato equilibrato e giuocato bene tanto dal Genova quanto dalla Lazio. C'è stata soltanto una differenza nel giuoco delle due squadre, la differenza che spiega in parte il risultato, ed è questa: che i rossoblu sono stati più pratici e più sbrigativi nelle loro azioni, mentre gli ospiti hanno lavorato troppo per Piola, guardatissimo, e hanno difettato di calma e di precisione nel tiro a rete.

Ma v'è di più. Nella cronaca dell'incontro il lettore troverà due volte Blason battuto su «rigore». Non è cosa di tutti i giorni davvero, ma non c'è nulla da dire sulla legittimità, di tali punizioni che l'arbitro Bonivento, con mano inflessibile, ha inflitto alla Lazio. La prima delle due è dovuta ad un netto intervento di mani di Baldo per evitare che un pallone di Arcari finisse sui piedi di Neri. E qui i laziali non hanno avuto nulla da dire.

La seconda, invece, è sorta da un duplice fallo di Baldo e Monza su Bertoni che aveva già superato il primo e stava scavalcando anche il secondo avversario per puntare diritto a rete. Questa volta il «rigore » ha provocato vibrate le proteste dei romani; ma l'arbitro ha tirato diritto. Dicevamo che la Lazio non meritava uno scarto così netto. In effetti, non c'è stata una superiorità rosso-blù, sugli azzurri rispondente alle quattro reti incassate da Blason.

Anzi, la Lazio sembrava nel primo tempo dominare, tanto autorevole era il giuoco della sua mediana che frenava con sufficiente perizia l'attacco del Genova (al resto bastavano Monza e Faotto) e così bene palleggiavano Piola e Pisa che avevano idee e palloni per tutti. Ma Camolese, rimesso in squadra a occupare il posto del troppo capriccioso Flamini, dimostrava di risentire la lontananza dai campi di giuoco, e le ali Vettraino e Busani, fin troppo intraprendenti, mancavano di precisione nei momenti conclusivi.

Predominio inconcludente, per quasi mezz'ora la Lazio dominò. Ma questo predominio non servi praticamente a nulla. Piola, francobollato alla perfezione da Villa che non si occupò d'altro per tutto l'incontro, non riuscì mai a farsi luce; Pisa e Camolese tirarono troppo da lontano per battere un portiere come Ceresoli e Vettraino non riuscì ad avere a portata di piede nessun pallone decente. Le occasioni migliori le ebbe Busani, dapprima su di un calcio d'angolo tirato alla perfezione da Vettraino; ma l'ala destra di testa mandò la palla a sfiorare la traversa mentre era più facile segnare; più tardi, su un allungo di Pisa, Busani fu messo in condizione di puntare da solo verso la rete. Ma l'ala destra ebbe un attimo di incertezza e Ceresoli, con perfetta scelta di tempo, uscì di porta e fece sua la palla togliendola dal piede dell'avversario.

Al Genova, invece, le cose andarono meglio. Al 28' Arcarì serviva Neri con un bel passaggio in profondità. Neri scappava via, quando Baldo, per non lasciarsi sfuggire il rivale, fermava deliberatamente la palla con una mano. Fallo tanto grave quanto marchiano. «Rigore», che Arcari trasformava con un tiro dal basso in alto che entrava in rete dopo aver battuto sotto la traversa. Due minuti dopo, il Genova segnava ancora. Calcio di punizione tirato da Perazzolo. Un difensore respingeva di testa; Neri riprendeva e di testa rimetteva al centro, dove Bertoni, con le spalle rivolte verso la rete, effettuava una bella rovesciata e insaccava la palla in un angolo proprio quando Blason non se l'aspettava.

A nulla servivano gli attacchi degli azzurri nel resto del primo tempo. Il Genova segna ancora. Il gioco della Lazio, ormai presa da orgasmo, era di marca assai inferiore a quello praticato prima che il Genova segnasse. Un'azione di Piola e Vettraino avrebbe potuto dare qualcosa, ma nessuno si trovava a raccogliere il centro della piccola ala sinistra. La palla passava dinanzi alla porta di Ceresoli senza che nessuno si trovasse sulla sua traiettoria a spingerla in rete.

Ripresa. La Lazio non vuole ancora darsi per vinta e attacca nuovamente; ma Marchi e Sardelli non lasciano che gli azzurri si avvicinino a Ceresoli. Sardelli dà, anzi, spettacolo con una serie di interventi e di rovesciate che non erano più nel suo repertorio fin dalla scorsa stagione. L'ultima minaccia per Ceresoli è di Pisa, al 13'; su di un calcio di punizione che il robusto mezzo destro stampa da una ventina di metri contro la traversa.

Decisamente la Lazio non ha la fortuna dalla sua. Segna, invece, il Genova ancora quando Bertoni , ben servito da una combinazione Arcari-Neri, scarta Baldo e Monza per puntare da solo verso Blason. Ma i due azzurri lo stringono come in una morsa e lo atterrano. Altro « rigore », malgrado le alte proteste degli ospiti, e altra trasformazione di Arcari con un violento tiro a mezza altezza. Il resto dell'incontro non ha più storia se non per dire che Vettraino passa inutilmente al posto di Camolese, che Piola riesce finalmente a tirare uno volta in porta e che Scarabello, a cinque minuti dalla fine, raccoglie al volo un centro di Neri, tira in pieno su Monza, riprende ancora al volo e segna, con un bel tiro in un angolo, il punto della staffa.

Malgrado le recenti disavventure, il Genova è più che mai in piedi. La sua difesa è saldissima, specialmente da quando può contare su Ceresoli e ora che Sardelli sembra essere tornato il meraviglioso giuocatore dello scorso anno. Villa ha rimpiazzato Battistoni con molto impegno e, all'attacco, il duo Arcari-Neri ha compiuto cose bellissime. Il rientro di Bertoni ha messo in luce la sua finissima abilità di distributore e di cesellatore del gioco. La Lazio ha avuto un reparto solidissimo nella linea mediana. Degli altri uomini, Piola, Faotto e Pisa sono quelli che si sono maggiormente distinti. Ma già si è accennato ai difetti della prima linea laziale e ai motivi per cui gli azzurri sono incappati nella più severa sconfitta di tutta l'annata. Il giuoco è stato corretto. Nessun incidente. Bella giornata di primavera. Il pubblico ha fatto grandi feste alla sua squadra che ha superato con la vittoria di ieri un momento psicologicamente difficile del suo cammino e intende battersi ora più che mai per la vittoria finale.

Fonte: La Stampa (Renzo Bidone)