Domenica 10 dicembre 2000 - Vicenza, stadio Romeo Menti - Vicenza-Lazio 1-4

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10 dicembre 2000 - 2925 - Campionato di Serie A 2000/01 - X giornata

VICENZA: Sterchele, Comotto, Marco Aurelio, Dicara, Rossi (31' Tomas), Firmani, Longo, Dal Canto (71' Bernardini), Zauli (54' Luiso), Toni, Kallon. A disposizione: Milan, Maggio, Tomic, Zanetti. Allenatore: Reja.

LAZIO: Peruzzi, Pancaro, Nesta (78' Colonnese), Negro, Favalli, D.Baggio, Simeone, Lombardo (70' Gottardi), Stankovic, Nedved, Crespo (68' Salas). A disposizione: Marchegiani, Pesaresi, Berrettoni, Ravanelli. Allenatore: Eriksson.

Arbitro: Sig. Tombolini di Ancona.

Marcatori: 12' Nedved, 25' Crespo, 73' Nedved, 78' Kallon, 88' Salas.

Note: ammoniti Zauli, Favalli, Lombardo, Dicara, Simeone. Recuperi: 1' p.t. 4' s.t.

Spettatori: 13.000 circa.


Pavel Nedved scocca il tiro del vantaggio laziale
Il raddoppio di Hernan Crespo
L'azione della seconda rete di Pavel Nedved
Il Vicenza accorcia le distanze con Kallon
Marcelo Salas sigla la rete dell'1-4

La Lazio c'è. Non è ancora quella dello scudetto, ma almeno le somiglia. Eriksson rispolvera il suo modulo preferito (una sola punta, tanti centrocampisti pronti a inserirsi in zona gol) e il ritorno al posto delle fragole paga. Non c'è partita contro il Vicenza perché c'è tantissimo Nedved (due gol e un assist per Crespo), tanto Dino Baggio in posizione arretrata nel romboide di centrocampo che ha Stankovic quinto lato libero di attaccare un po' di più (e nel derby quel posto sarà di Veron), il solito Nesta e una concentrazione maggiore del solito che Eriksson sintetizza con la parola "spirito".

La spiegazione del napoletano di Torsby vorrebbe fare del calcio un'attività metafisica, mentre è pienamente terrena. Eriksson sa che, almeno fino al rientro di Claudio Lopez, questa è la formula migliore che possa schierare. Ma conosce anche le leggi dello spogliatoio e immagina che anticipare la staffetta Crespo-Salas che è ormai istituzionalizzata potrebbe creare troppi malumori. Domenica sera, nel derby che ha assunto per classifica, giocatori, miliardi e pubblico una dimensione mondiale, è quasi sicuro che rivedremo il 4-5-1 con Veron (e Crespo). "Il nostro distacco in classifica è tale - chiosa il tecnico biancoceleste alla fine di un pomeriggio carico di miele - che ogni partita per noi è diventata una finale". Significa che contro la Roma a sette punti di distacco serve solo una vittoria.

Ma per vincere questa squadra sembra molto più attrezzata con una boa anziché due e con il massimo spiegamento di incursori. È così che Nedved apre in due la partita da sinistra e da destra, alternando il punto di partenza. Al 15' chiude nell'angolino basso, con il tiro tagliato e tagliente che è diventato il suo marchio di fabbrica. Al 21' cambia lato e innesca il gol che toglie per un attimo Crespo dalla croce cui sembrava definitivamente inchiodato: palla filtrante e mister centodieci miliardi non spreca il sinistro. Oltre allo "spirito" di Eriksson contribuisce al 2-0 anche il "fantasma" delle decisioni di Reja, che confeziona il suo harakiri quando, venuto a sapere delle intenzioni del collega, decide di affrontare la Lazio non con la solita e sin qui discretamente efficace linea difensiva a tre ma con uno schieramento a quattro (Marco Aurelio libero, Dicara su Crespo, Comotto a destra che dovrebbe limitare Nedved e Dal Canto a sinistra con identici compiti su Lombardo).

La mossa preventiva riesce talmente bene che alla mezz'ora il Vicenza è sotto 2-0 e Reja cambia Maurizio Rossi (sulla fascia di Nedved) con Tomas: a quel punto l'allenatore di casa torna alla difesa a tre, ma la partita è già perduta. La ripresa si gioca perché il pubblico ha pagato un biglietto intero e perché Tombolini deve perfezionare il suo corso di pignoleria (quattro minuti di recupero in una partita sul 4-1 sono un capolavoro di umorismo involontario). Il Vicenza affastella una pressione sterile e una traversa di Comotto; la Lazio lucida il modulo con il terzo gol (Nedved su liscio di Dicara) e con il quarto (apertura di Simeone, cross di Gottardi, respinta di Sterchele su tiro al volo di Stankovic e tap-in vincente di Salas; l'azione migliore della gara per fluidità e velocità). Giusto in mezzo il gol di Kallon (sponda di Toni, con Firmani l'unico vicentino a non sprofondare), che non vale nemmeno come consolazione. La Lazio c'è. Domenica sera, il derby dirà quanto.

Fonte: Corriere della Sera