De Angelis Teofilo

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Il compositore Teofilo De Angelis

Compositore e direttore d'orchestra, nato ad Artena (RM) il 27 dicembre 1866 e deceduto a Roma il 16 ottobre 1954.

Musicò il primo Inno della S.P. Lazio su versi di Giovanni Battista Luzzana, bibliotecario e dirigente della Lazio. L'Inno fu eseguito la prima volta il 10 gennaio 1910 a Roma. Portano il suo nome alcuni tra i migliori cori e bande musicali del Lazio.


Riportiamo da Treccani.it:

"Teofilo De Angelis nacque ad Artena (Roma) da Vincenzo e Teresa Pecorari. Fu allievo della Regia Accademia di S. Cecilia a Roma, dove studiò clarinetto con il maestro A. Spina e armonia, contrappunto e composizione con F. Marchetti, direttore dell'accademia, e C. De Sanctis, insegnante al liceo musicale. Nel 1888 si diplomò in clarinetto e dal 1889 divenne socio effettivo della accademia. Nel 1891 esordì come direttore d'orchestra durante la stagione d'opera al teatro Quirino di Roma e nel 1892, conseguito il diploma di maestro di composizione, approfondì la sua esperienza in campo direttoriale accostandosi anche al repertorio sinfonico. Nel 1898 fu chiamato infatti a dirigere concerti sinfonici all'Augusteo e passò poi al teatro Costanzi, ove la sua attività fu particolarmente intensa, dapprima in qualità di maestro sostituto e poi di altro maestro; nel teatro romano il D. aveva esordito il 5 ott. 1896 come direttore della pantomima in un atto Pierrot La spia, da lui stesso composta, che ebbe venti repliche e piacque sia alla critica sia al pubblico, che apprezzò particolarmente la serenata per mandolini con cui la pantomima si apriva.

Il 4 sett. 1897, in occasione della riapertura autunnale del teatro, il D. diresse il ballo Pietro Micca, musicato da G. Chiti e riscosse un considerevole successo tanto che nel 1899 gli venne affidata la direzione della stagione lirica autunnale a carattere popolare, durante la quale poté accostarsi a opere di repertorio; diresse infatti il Don Pasquale di G. Donizetti, Crispino e la comare di L. e F. Ricci e Il Barbiere di Siviglia di G. Rossini, cui vennero abbinati, di volta in volta, il ballo Sieba di R. Marenco e l'azione mimico-drammatica I due sergenti di L. Saracco. Fattosi apprezzare per le sue qualità di buon concertatore, nel corso della stagione lirica iniziata il 25 ottobre e terminata il 15 dicembre dello stesso anno al Costanzi, fu maestro sostituto di L. Mugnone e, accanto al famoso direttore, poté maturare una preziosa esperienza. L'anno successivo, in occasione della prima assoluta di Tosca di G. Puccini, venne infatti prescelto quale maestro collaboratore per le prove di palcoscenico e dell'orchestra durante la preparazione del capolavoro pucciniano. Negli anni seguenti fu ancora al Costanzi e proseguì la sua attività di maestro sostituto accanto a L. Mancinelli, R. Ferrari e altri direttori di fama internazionale.

Il 12 sett. 1903 fu al teatro Morlacchi di Perugia, ove diresse con esito felice un lavoro di sua composizione su libretto di E. Golisciani, l'idillio in due atti Vigilia di nozze; dedicatosi alla composizione, pur senza trascurare l'attività direttoriale, nel 1906 compose il poemetto sinfonico Idillio campestre e nel 1908 venne invitato a dirigere nel quadro dell'attività concertistica organizzata dall'Accademia di S. Cecilia. Chiamato nuovamente al teatro Costanzi durante la stagione lirica 1908-1909, gli venne affidata la direzione dell'orchestra accanto a M. Balling e G. Polacco. Nel 1910 compose l'opera in tre atti Alba (sempre su libretto del Golisciani) e nello stesso anno, ormai raggiunta una posizione sicura nell'ambito dell'attività del teatro, diresse l'intera stagione lirica primaverile, riscuotendo un lusinghiero successo con una serie di spettacoli fortunatissimi che riscossero anche il consenso della critica. Durante questa stagione diresse le opere Fedora di U. Giordano, Pagliacci di R. Leoncavallo, Cavalleria rusticana di P. Mascagni, Manon di J. Massenet e La nave rossa di A. Seppilli, mettendo in rilievo doti di ottimo professionismo, equilibrio e versatilità.

La stagione operistica del 1911 lo vide ancora come maestro sostituto accanto a L. Mancinelli ed egli poté mettere in luce le ottime doti direttoriali in un vasto repertorio dedicato soprattutto al teatro romantico; nello stesso anno, in occasione della morte del padre, diresse con grande successo nella chiesa della Traspontina a Roma una Messa da requiem a quattro voci sole, da lui composta in memoria di Umberto I, ed integrata nelle parti mancanti (Introitus, Dies Irae e Libera me) con una Messa sempre a quattro voci sole di G. F. Anerio. Nella stagione invernale 1911-12 fu nuovamente al Costanzi come sostituto di E. Vitale e, dopo una breve chiusura, il teatro riprese l'attività il 20 apr. 1912 con una breve ma felice stagione di opere comiche, la cui direzione venne affidata al De Angelis. Furono allora rappresentate il Don Pasquale e l'Elisir d'amore di G. Donizetti e il Matrimonio segreto di D. Cimarosa. Quale riconoscimento dei suoi meriti artistici gli venne affidata la direzione della stagione lirica primaverile 1913, che si aprì con la rappresentazione dell'Aida di G. Verdi e proseguì con La fanciulla del West e la Tosca di G. Puccini.

Nel 1914-15 il D. fu chiamato a far parte delle commissioni esaminatrici nel liceo musicale di S. Cecilia per le classi di contrappunto, flauto, oboe, clarinetto, fagotto, teoria della musica e solfeggio. Dopo essere stato nuovamente assistente e sostituto del maestro Vitale, sempre al Costanzi, tornò al ruolo di primo direttore nella popolarissima stagione autunnale 1917. In tale occasione diresse La fanciulladel West (undici rappresentazioni), Il Trovatore di G. Verdi (cinque rappr.), Andrea Chénier di U. Giordano (cinque rappr.), Il Barbiere di Siviglia di G. Rossini (otto rappr.), Carmen di G. Bizet (cinque rappr.), Madama Butterfly di G. Puccini (sette rappr.), La Sonnambula di V. Bellini (tre rappr.). Il 14 marzo dello stesso anno fu chiamato a dirigere al Pantheon l'annuale Messa di requiem in memoria di Umberto I e fu particolarmente lodato per l'esecuzione di una Messa del Palestrina, integrata nelle parti mancanti con una Messa da requiem per voci sole di G. F. Anerio.

Nella stagione lirica 1918 si alternò sul podio del teatro Costanzi con i maestri G. Marinuzzi e V. Bellezza; fu quindi per lungo tempo ancora maestro sostituto, per quanto venisse spesso invitato a dirigere in occasioni di particolare prestigio. Durante la stagione 1925-26 diresse infatti la Bohème di G. Puccini, la cui rappresentazione costituì l'avvenimento più importante della stagione anche per l'avvicendarsi, dal 27 dic. al 20 maggio, di interpreti di particolare prestigio artistico. La sua collaborazione con il teatro Costanzi, poi teatro dell'Opera, come maestro sostituto, proseguì in maniera saltuaria fino al 1941, anno in cui egli abbandonò l'attività pubblica. Interessato a problemi di tecnica vocale, pubblicò un Manuale Pratico per l'educazione della voce (Firenze s. a.). Personaggio secondario, ma tuttavia non trascurabile nella vita musicale romana tra Ottocento e Novecento, il D. fu musicista di buoni meriti e seppe valersi della seria preparazione maturata alla scuola prestigiosa di valorosi insegnanti del conservatorio di S. Cecilia. Buon compositore, anche se talvolta di maniera, fece parte della schiera dei direttori che animarono l'attività del teatro Costanzi agli inizi del secolo; tra l'altro, per la laboriosa e apprezzata professionalità, conquistata a prezzo di un faticoso lavoro di apprendistato, contribuì al successo del teatro romano che, nel primo trentennio del secolo, raggiunse fama internazionale rivaleggiando con il teatro alla Scala, cui non fu inferiore per repertorio, allestimenti scenici e prestigio degli interpreti, prestando - come fu per il D. - una preziosa e instancabile opera spesso di alto livello anche se di routine."



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