Cosmos New York

Da LazioWiki.

Logo dei NY Cosmos
L'esordio di Pelé nel 1975
Chinaglia con i Cosmos all'Olimpico nel 1980
Franz Beckenbauer e Carlos Alberto
Bruce Wilson e Bruno Conti in Cosmos vs. AS Roma 5-3

Le gare disputate contro il Cosmos

La bandiera del soccer professionistico USA dal 1971 al 1985. Cinque campionati della North American Soccer League vinti negli anni '72-'77-'78-'80-'82. Questo “dream team” dominava le scene domestiche e internazionali, attirando decine di migliaia di persone ovunque giocasse.

Il club fu fondato nel 1970, sulle ceneri dei New York Generals, su iniziativa dei fratelli turco-americani Ahmet e Nesuhi Ertegün, proprietari dell’etichetta discografica Atlantic Records, all’epoca da poco entrata nell’orbita della WEA, e di Steve Ross, presidente del colosso editoriale Time Warner. I Cosmos si proposero quasi subito come una delle compagini d’eccellenza del calcio nordamericano, grazie anche alle ingenti somme messe a disposizione dalla casa madre. Il 10 dicembre 1970 il club si iscrisse ufficialmente alla North American Soccer League e il 17 aprile 1971 esordì nel campionato nordamericano. Nel 1972 vincono il loro primo titolo davanti a soli 6.102 spettatori battendo i St. Louis Stars con gol del centravanti Randy Horton (futuro ministro delle isole Bermuda) e Jelinek, fra capelli lunghi (sulle spalle o verso l’alto) e basettoni.

Nel 1975, dopo aver cercato di metter sotto contratto George Best, e aver rinunciato a causa dei noti motivi, i Cosmos si avviarono a raggiungere la supremazia nel soccer americano di quel periodo grazie all'ingaggio di formidabili talenti quali la leggenda vivente del calcio, “O'Rey” Pelé, strappato al ritiro dall’idea, intrigante, di lanciare il calcio negli USA, e principalmente da un ingaggio di $ 4,7 milioni (del 1975 !).

Pelé però “predicava nel deserto”, e così ecco che la Warner, nelle persone dei fratelli Ertegun e del manager inglese, ex giornalista, Clive Toye, inizia a costruire la squadra dei sogni. Dall'Italia nel 1976 arriva il Campione d’Italia con la Lazio "Long John" Giorgio Chinaglia, nostalgico della famiglia residente negli USA e ormai quasi orfano del suo mentore Tommaso Maestrelli. Sarà Chinaglia infatti, e non Pelé, a dare l’anima ad una squadra senza storia, portandoli a vincere quattro dei cinque campionati vinti in totale. Capocannoniere assoluto nella storia della NASL, è infatti solo con lui che i Cosmos cominciano a vincere, a partire dal 1977, ultima stagione di Pelé. Pelé che era stato da poco raggiunto in squadra dal suo compagno di nazionale e capitano Carlos Alberto, e dal capitano della nazionale tedesca “Kaiser” Franz Beckenbauer spostato dall’italo-sudafricano Eddie Firmani nel ruolo di regista arretrato.

Nel 1978 da Roma prende l’aereo per New York il libero Campione d’Italia con la Lazio Giuseppe Wilson, che approfitta dell’estate tra i campionati italiani 1977/78 e 1978/79 per andare negli a States, vincere il Soccer Bowl ed essere nominato miglior giocatore della finale. Gli spettatori stavolta erano 74.901.

Nello stesso anno arriva dalla Jugoslavia, Stella Rossa Belgrado, colui che diventerà il recordman degli assist della NASL, Vladislav “Bogie” Bogicevic, che sarà seguito dai nazionali Vito Dimitrijevic e Ivan Buljan, coi quali insieme ad altri forma una colonia slava ben nutrita. Gli insaziabili Cosmos però vogliono di più. Ed ecco allora che vengono ingaggiati i simboli del calcio totale: il papero d’oro, il profeta del gol come lo chiamava Sandro Ciotti, Johan Cruyff (anche se solo per un paio di amichevoli), un Neeskens ancora in formissima, e un altro nazionale arancione, il difensore Wim Rijsbergen. Non mancano poi gli inglesi, veri “invasori” del calcio nordamericano. Due in particolare si fanno onore, portando gol e vittorie ai Cosmos: Steve Hunt dal Coventry, cui ritornerà dopo un paio d’anni di soggiorno a New York, con il Soccer Bowl del 1977 in tasca, sostituito da Dennis Tueart, soprannominato "The Menace" (la minaccia), proveniente dal Manchester City, che segna la doppietta (cui si aggiunge un gol di Chinaglia) che consente ai Cosmos di aggiudicarsi il Soccer Bowl del 1978.

Non tutti i campioni che sbarcano nella NASL son stagionati. Infatti, dopo i primi anni in cui le squadre sono imbottite di “dinosauri”, molti capiscono che l’unico modo per sopravvivere è puntare sui giovani. Ed ecco che mentre nella lega si vedono belle speranze (poi realizzate in parte anche in Italia) quali Trevor Francis, Mark Hateley e Peter Bearsdley, ecco che i Cosmos, dopo aver tentato di acquistare Bruno Giordano nell'aprile 1979, acquistano i due campioni paraguaiani Roberto Cabanas e Julio Cesar Romero, che aiutano i Cosmos a vincere il Soccer Bowl 1980, con doppietta in finale di Chinaglia. Sempre nel 1980, da ricordare il match vinto dai Cosmos il 24 maggio per 5-3 sulla AS Roma, con tripletta di Chinaglia.

La carrellata di nomi continua poi con altri campioni internazionali degli anni '70-'80: il più grande giocatore iraniano di sempre, Andranik Eskandarian, Werner Roth statunitense di origine tedesca (che prese parte al film Fuga per la vittoria di John Huston nella parte del capitano della squadra nazionale della Germania), il portiere tedesco Hubert Birkenmeier, e poi i canadesi Bruce Wilson e Robert Iarusci, Ramón Mifflin (Perú), Freddie Grgurev e Boris Bandov (Russia), Steve Wegerle (Sud Africa), Nelsi Morais (Uruguay), i grandi terzini brasiliani Francisco Marinho e Oscar (che però è costretto a scappare dopo poche partite causa problemi con il visto d’immigrazione), gli inglesi Keith Eddy e Dan Aitken (bandiera dell’Aston Villa), l’argentino Antonio Carbognani, il portoghese Seninho e l’italiano Oscar Damiani sul viale del tramonto, proveniente dal Napoli. Tra gli allenatori vanno ricordati Ray Klivecka, il brasiliano Julio Mazzei ed il tedesco Hennes Weisweiler (ex allenatore di Borussia Mönchengladbach e Barcellona).

I Cosmos, purtroppo, non parteciparono mai ai tornei continentali, ma si esibirono in amichevoli in tutto il mondo, sul modello degli Harlem Globetrotters, dando spettacolo sempre e ovunque. Numerose le partite contro squadre italiane: in primis la Lazio (più volte, con ogni volta una festa per Chinaglia), e poi la Roma, il Napoli, la Fiorentina, il Lanerossi Vicenza, come si chiamava allora. Importanti le tournée europee, con match a volte splendidi altre meno contro Bayern Monaco, Chelsea, Barcellona, Birmingham City, Paris St. Germain, Maccabi Tel Aviv e persino Dinamo e Torpedo Mosca ! Pur non avendoci giocato contro in partite ufficiali, i Cosmos si fanno poi valere, battendole spesso, nei confronti delle squadre del centro e del sud america: Club America, Flamengo, Sao Paulo, Portoguesa, Santos (indimenticabile il Farewell Game, la partita di addio di Pelé nel 1977), River Plate, Boca Juniors, Independiente, ecc. Da ricordare infine le partite contro le nazionali: l’Argentina Campione del Mondo, da cui uscirono sconfitti di misura, la Cina, l’Australia, il Giappone, l’Indonesia, il Resto del Mondo (un pareggio con gol di Rivelino e Cuellar per le World All Stars e di Chinaglia e Seninho per i Cosmos).

Ma le vicissitudini societarie della controllante Warner influirono negativamente sul futuro del club: nel 1983, infatti, il gruppo di comunicazione americano fu fatto oggetto di un’OPA ostile da parte del magnate australiano Rupert Murdoch; nonostante il fallimento del tentativo, a seguito di ciò Warner iniziò a dismettere asset aziendali non strategici: tra di essi l’Atari (giochi per computer) e la Global Soccer, Inc., la sussidiaria che controllava i Cosmos.

Nel tentativo di salvare il club, una cordata guidata da Chinaglia e Giuseppe Pinton (tutt'ora titolare del marchio Cosmos) lo rilevò, ma mancavano i capitali per continuare a essere competitivi al livello che la permanenza nell’orbita Warner assicurava, e quindi iniziò la vendita dei giocatori migliori. L’ultima stagione della NASL, anch’essa sull’orlo della bancarotta per mancanza di incassi, terminò con i Cosmos fuori dalla zona play-off per la prima volta dopo otto anni. La NASL giocò l'ultima partita ufficiale alla fine del 1984, lasciando il panorama del calcio americano nella desolazione più completa, dal quale riuscirà ad uscire (in parte) solo alla fine degli anni ’90, con la nascita della MLS (Major League Soccer). I Cosmos scesero in campo per l'ultima volta in un torneo ufficiale poco meno di un anno dopo: la squadra - che già dalla stagione 1981/82 disputava anche il campionato indoor della NASL, che si teneva durante il periodo invernale, disputò infatti il torneo indoor del 1984/85, ma abbandonò la competizione dopo 33 incontri per mancanza di pubblico. In tale competizione, i Cosmos erano giunti alla finale nella stagione 1983/84.

L'ultima partita in assoluto dei Cosmos si giocò sotto un diluvio al Giants Stadium di East Rutherford (N.J.), davanti a soli 8.677 spettatori, il 16 giugno 1985. Avversario proprio la Lazio, vittoriosa quella sera per 2-1. In gol per la Lazio Bruno Giordano e Lionello Manfredonia nel primo tempo, con gol a 5 minuti dalla fine su rigore di Vincenzo D'Amico, per l'occasione in campo col Cosmos. Gara dura con ben 5 ammoniti e due espulsi: il difensore iraniano del Cosmos Andranik Eskandarian al 22' e Gabriele Podavini al 75'.

Pochi giorni dopo Chinaglia ufficializza la cessazione delle operazioni causa mancanza di soldi.

Nel 2009 Paul Kemsley, ex vicepresidente del Tottenham, rileva il marchio dei New York Cosmos coinvolgendo Pelé (presidente onorario), Giorgio Chinaglia (ambasciatore nel mondo), l'ex calciatore ed attore francese Eric Cantona (direttore tecnico) e nel 2011 il brasiliano Carlos Alberto. Nel 2013 vincono il campionato e arrivano in finale nella Soccer Bowl della NASL (North American Soccer League), nel 2014 arrivano in semifinale e vincono il campionato nel 2015 e nel 2016. Nel 2017 Rocco Commisso diventa il proprietario di maggioranza e iscrive la squadra alla NPSL (National Premier Soccer League), la quarta divisione.

Nel 2019 i New York Cosmos perdono in finale contro il Miami FC, nel 2020 si iscrivono alla NISA (National Independent Soccer Association), terza divisione del campionato statunitense.