Annunziata Antonio

Da LazioWiki.

Antonio Annunziata

Nato a Sora (FR) nel 1906, proprietario di una fabbrica di saponi. Posto a capo del consiglio direttivo della sezione calcio della Lazio il 14 aprile del 1953 dopo le dimissioni del presidente Remo Zenobi (e proprio designato come suo successore da quest'ultimo). Il severo piano industriale da lui proposto (che prevedeva anche l'abolizione del contributo della Sezione Calcio alla Lazio Generale), tuttavia, non trovò il consenso del consiglio direttivo e così lasciò la carica dopo meno di un mese e fu sostituito dall'industriale Costantino Tessarolo. In effetti le sue richieste per ripianare il bilancio prevedevano che tutti i cartellini dei giocatori fossero di sua proprietàe ciò non fu naturalmente accettato. E' scomparso nel 1984.

dal sito: https://www.lostitaly.it/site/saponificio-annunziata/

Saponificio Annunziata La storia del saponificio Annunziata di Ceccano è legata indissolubilmente alla figura del suo fondatore, Antonio Annunziata (1906-1984). Sin da piccolo Antonio impara il mestiere del saponificatore nella bottega del padre, Luigi, a Sora. Vuole la leggenda che il giovane Antonio, appena gli fu possibile, acquistò una moto Guzzi con cui faceva il giro dei lavatoi del circondario lasciando alle massaie campioni del suo sapone a fini promozionali. Nel 1929 l’attività artigiana degli Annunziata conta quindici operai e una produzione di ben sei quintali giornalieri. Per far fronte alle necessità di crescita, Antonio (che ha ormai preso le redini dell’impresa) deve trovare una nuova sede più ampia e la scelta cade su un’area della vicina Ceccano, che presenta due caratteristiche fondamentali per il ciclo produttivo e logistico: la vicinanza contemporanea del fiume Sacco e della ferrovia. Lo stabilimento cresce rapidamente acquistando altri terreni confinanti sino a giungere alla superficie definitiva di 50.000 metri quadrati. La maggior parte delle superfici esterne degli edifici dello stabilimento è realizzata in vetrocemento, rendendolo estremamente luminoso. Antonio Annunziata è molto attento nella selezione del personale, prediligendo operai del suo paese natio, Sora, dei quali si fida di più e che hanno per lui una vera e propria venerazione. Nel 1938 viene fondata la Società Anonima Stabilimenti Annunziata, con un capitale sociale di 250.000 lire e il numero di operai supera i 100. Antonio Annunziata sovraintende tutti gli aspetti dell’attività industriale, dalla produzione al marketing, alimentando anche leggende che lo vedono assaggiare il sapone per verificarne dal gusto il grado di alcalinità. Nel marketing ha idee semplici ma molto efficaci: in primis la prova diretta del prodotto continuando la tradizione di quando, da ragazzo, andava in moto a lasciare campioni alle massaie presso i lavatoi. Durante la guerra d’Abissinia commercializza una saponetta dal marchio “negro” che presenta l’immagine di un bimbo di colore che si sbianca grazie al sapone (messaggio oggi estremamente unfair che tra l’altro venne ripreso successivamente dalla Miralanza con Calimero che non era nero ma solo sporco). Durante il ventennio fascista, a ridosso dello scoppio della seconda guerra mondiale, sulle saponette da bucato viene stampata una scala rovesciata accompagnata dal motto “SALIRE SEMPRE”. Il marchio SCALA, da allora, accompagnerà sempre i prodotti dell’azienda e le sopravviverà fino ad essere utilizzato anche attualmente. Durante la seconda guerra mondiale lo stabilimento viene danneggiato dai bombardamenti e alla fine del conflitto viene ricostruito e ammodernato: è del 1948 la trasformazione della ditta in Annunziata S.p.A. Nell’immediato dopo guerra il sapone è un genere di prima necessità e l’Annunziata ne produce di ottima qualità, con pochissima concorrenza (ancora nel 1959 l’Annunziata produce, da sola, un terzo del fabbisogno nazionale). La crescita dell’azienda vede l’ingresso ai vertici dei due figli di Antonio: Luigi come responsabile vendite e amministrazione e Pasquale per gli acquisti e lo sviluppo. La Annunziata creò un forte legame con la città di Ceccano non solo per l’importantissimo impatto occupazionale ma anche finanziando e sponsorizzando la squadra locale di calcio che ottenne lusinghieri risultati nella propria categoria, facendo dimenticare ai ceccanesi l’assenza di rappresentanza sindacale in fabbrica. In occasione delle elezioni comunali del 1952 la direzione dell’azienda fece circolare un volantino in cui diffidava dal votare per i socialcomunisti, pena lo spostamento degli investimenti in un’altra squadra di calcio, forse quella di Sora. Vinse comunque il PCI e non vi furono le temute rappresaglie, rimanendo la squadra in città. Nel 1961 le organizzazioni sindacali entrano per la prima volta in fabbrica. L’Annunziata, per dare una parvenza di rappresentanza dei diritti dei lavoratori, presenta infatti una propria lista senza immaginare che anche CISL e CGIL avrebbero fatto altrettanto. In seguito alle votazioni aziendali la lista dell’Annunziata ottiene tre rappresentanti, quanto quella della CGIL. Lo scontro sociale tra gli operai e la direzione dell’Annunziata cresce di intensità con successivi scioperi, fino ad arrivare alla tragedia del 28 maggio 1962 quando le forze di polizia, chiamate a sedare la protesta pacifica degli operai, aprono il fuoco uccidendo l’operaio Luigi Mastrogiacomo e ferendo numerose altre persone. L’evoluzione degli stili di consumo porta, con il tempo, all’obsolescenza della saponetta per bucato, a vantaggio dei detersivi in polvere e liquidi. Lo stabilimento di Ceccano richiederebbe investimenti troppo alti per essere riconvertito alle nuove produzioni e quindi vive un lento declino che lo porta a chiudere nel 1997. Nel 1999 viene dichiarato ufficialmente il fallimento dell’azienda con il definitivo licenziamento dei 137 dipendenti. Il marchio Scala è sopravvissuto all’azienda e dal 2003 è di proprietà della Deco Industrie che lo utilizza per saponi da bucato e prodotti cartacei.



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